Storie di Fotografia: August Landmesser 1936

Storie di Fotografia . August Landmesser 1936

La storia di August Landmesser fa parte di quei grandi misteri romanzati che hanno rimpinzato la letteratura di sempre. La fotografia  lo mostra braccia conserte in totale disaccordo con il pensiero generale di quel particolare momento storico, mentre il resto dei presenti esibisce il saluto a braccio teso.  Da qui in poi ci sono una serie di elementi che contribuiscono a dare pathos alla vicenda:  le leggi razziali che colpiscono la moglie ebrea,  la detenzione di entrambe, la separazione nei campi di concentramento per lei e il fronte per lui, la morte, e infine la scoperta da parte delle figlie di questa fotografia nel 1991, dove sembrano, anche se ma manca la certezza assoluta, riconoscere il padre. Tutto questo suggella un’idea molto romantica avvolta nel mistero. Mancando una certezza riconosciuta la fotografia torna ad essere documento confutabile, se non per quello che c’è al suo interno, almeno lo è per ciò che è stato scritto dopo. Se, come dice saggiamente Scianna, la fotografia mostra ma non dimostra, in questo caso nemmeno ciò che mostra è certo ma aiuta la fantasia e i sentimenti a ricostruire spettri del passato che servono a fare memoria. Non è forse così importante sapere se quello a braccia conserte è davvero Landmesser ma è bello pensarlo per tutti i Landmesser che hanno difeso un’ideale di libertà.

 

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