Editoriale Settembre 2021: Fuochi fatui

Editoriale Settembre 2021

Fuochi fatui.
Sono passati i nostri primi quarant’anni senza Francesca Woodman.
C’è qualcosa di spirituale nella morte di un giovane, come se ci fosse un motivo speciale, a noi inspiegabile, per la sua chiamata in anticipo.
Morì in un freddo mattino di gennaio a 23 anni appena compiuti.
Scelse lei il suo destino.
Il suo primo e unico libro in vita era già di per se predittivo: Alcune disordinate geometrie interiori.
L’arte fotografica le fu infusa dai genitori artisti, o forse fu la sua condanna, e la curiosità fece il resto trasformandola in mito.
Le sue scorribande in Italia e la sua insaziabile voglia di apprendere con urgenza tutto ciò che l’arte le aveva messo a disposizione furono risolutori nella sua genesi artistica.
I sui nudi fotografici sempre contestuali ad un ambiente ricercato e co-protagonista diventarono volta per volta più surreali.
Erano scene, ambienti studiati con attenzione, che si trattasse di stanze vuote abbandonate e senza tempo o giardini incantati. Molte sono le opere della Woodman che ricordano il periodo preraffaelita, altrettante il surrealismo di maniera perpetuato dall’opera di Ray.
L’inquietudine prese lentamente il sopravvento e le sue immagini si trasformarono in interrogativi sul senso di tutto.
Non fu solo una ricerca estetica la sua, forse mai, anche se il risultato diventa esteticamente poetico, piuttosto un cercare se stessa attraverso le emozioni più dirompenti.
C’è un’immagine forte che, ricordata a posteriori dopo la sua morte, è molto suggestiva e non lascia scampo alle congetture su ciò che l’ha portata all’estrema ratio.
Lei seduta, nuda, seni e ventre pizzicati dalle mollette per stendere i panni.
Una sorta di bondage punitivo, un cercare i suoi limiti nel dolore, oppure un castigo per quella serenità che non riuscì a trattenere.
Il successo stava per prenderla e lei, da vera artista, pensò alla sua opera più forte, l’uscita di scena.
Non c’è giudizio nelle mie parole, c’è il rammarico e l’angoscia per la perdita ma anche la solidarietà per la libertà di scegliere il proprio destino, nel diniego della vita.
La voglio ricordare con uno dei suoi masterpiece, il nudo con l’anguilla nel secchio. Un mix di armonia, suggestione, surrealismo. Un’immagine che rimarrà per sempre accesa come una fiammella in chi l’ha apprezzata. Come un fuoco fatuo.

Enzo Pertusio
 
…vorrei piuttosto morire giovane, preservando ciò che è stato fatto, anziché cancellare confusamente tutte queste cose delicate. F. Woodman1
 

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