Editoriale Settembre 2020: L’origine del mondo
Editoriale Settembre 2020
L’origine del mondo.
Una vagina incorniciata d’oro.
Si, non c’è poesia a cominciar così, eppure l’opera di Gustave Courbet è apologetica nei confronti di quella parte anatomica, e il soggetto del suo quadro è proprio quello: una vagina artistica ante litteram, una delle prime o comunque di quelle più ricordate che l’arte propose al mondo.
Si tratta di un dipinto ad olio, un tronco femminile dove si intravedono le gambe aperte di una donna tra le lenzuola, la cui profonda intimità è scoperta. Appena più sopra dimora un boschetto di peli pubici e poi un seno, come una collina in lontananza.
È un’immagine a imbuto dove lo sguardo viene catturato proprio da quel canyon lussureggiante.
Il titolo è eloquente, in fondo l’origine di tutto parte da lì.
Nella genesi dell’uomo succede che: un attimo dopo aver oltrepassato quello stretto geografico del corpo umano usciamo, e il mondo ci accoglie.
L’origine du monde è del 1866 e diede non poche noie al vecchio Gustave anche se nacque dalla volontà di un viveur ottomano del tempo che glielo commissionò.
Ancora oggi, una foto o un dipinto di genitali umani sono oggetto di imbarazzo, critiche e sorrisetti ammiccanti che ci allontanano dalla dimensione artistica.
Non abbiamo mai abbandonato il trauma dell’accettazione del corpo nelle sue intimità, per tabù, dogmatismi religiosi o altre superstizioni.
Però ci sono stati Mapplethorpe, Serrano, Sherman; c’è un elenco infinito di artisti che hanno oltrepassato il confine. A loro è andata bene pur pagandone, alcuni, un prezzo più alto, ma sono artisti universalmente riconosciuti, a tutti gli altri non è concesso.
Il rischio è quello di essere banalizzati o passare per pornografi. L’Arte ha messo delle condizioni e certi argomenti rimangono appannaggio della nomenklatura degli intoccabili. A noi fotografi della domenica sono concessi qualche chiappa o un seno purché decapezzolizzato, sennò gli ipocriti baciapile dei social inorridiscono.
Vallo a capire sto mondo, diceva il Colonnello Kurtz in Apocalypse Now: noi addestriamo dei giovani a scaricare napalm sulla gente ma non gli permettiamo di scrivere FUCK sui loro aerei perché è osceno.