Editoriale Febbraio 2023 – Food Photography
Nel bailamme fotografico contemporaneo anche l’attività plurima e quotidiana di tutti noi, nutrirsi, è diventata una professione: la food photography.
La fotografia del cibo, infatti, coinvolge anche i non professionisti semplicemente perché si è trasformata in una consuetudine, a volte antipatica perché vedere gente con il cellulare seduta a tavola che compulsivamente fotografa anche le briciole è asfissiante (ammetto, ci sono pure io nel novero), ma è pure un modo per ricordarsi piatti ed esperienze positive.
Questo aspetto stimola anche chi non è solo un avventore, un consumatore di cibo, ma cuochi, chef, maitre e tutto l’ambiente della ristorazione, tant’è vero che è cresciuta l’attenzione per l’impiattamento e la composizione coreografica dei piatti.
In Francia è una consuetudine di lunga data, in Giappone è un fatto culturale ma anche da noi l’aspetto estetico ha assunto un valore non trascurabile.
Prima dei noti chef che si selfano e si mostrano bellamente sui social, nei reality e nei vari talent è necessario ricordarsi del padre di tutti gli chef italiani, e non solo, che hanno modificato il nostro approccio al cibo, il Re indiscusso: Gualtiero Marchesi.
Per l’occasione vi presentiamo il suo dripping di pesce, piatto che ormai ha compiuto vent’anni, ispirato al dripping (sgocciolatura) di Jackson Pollock. Non solo un omaggio a Pollock ma una vera opera d’arte, ripetibile, si, ma unica ogni volta.
Se andiamo nei musei a fotografare le opere appese ai muri perché non farlo anche seduti a tavola?! Provateci e vi renderete conto del fatto che fotografare bene un piatto è tutt’altro che facile. Bon appétit.