Editoriale a cura di Enzo Pertusio – Il ritratto è tratto

La prossima tappa del Fotocampionato tratterà un argomento importante, storicamente un pilastro della fotografia: il ritratto.

L’etimologia è una scaturigine dal sapore antico, deriva dal latino re-traho e conserva nella sua essenza un’accezione profonda, significa, infatti, tirare fuori.

Questo genera un rapporto intimo tra soggetto e fotografo che si trasforma in autore, perché l’autore non prende solo il ritratto senza dare nulla ma lo forgia insieme alla complicità del suo soggetto. È un’operazione fatta di attese, di studio, di conoscenza e confidenza, e quando queste condizioni sono presenti il risultato non delude. Questo vale se esiste una consensualità tra gli elementi ma il ritratto può essere anche catturato consapevolmente ad ignari soggetti. In questo caso è determinante la capacità dell’autore di individuare e rimarcare le peculiarità del soggetto e dell’ambiente circostante, se il ritratto è ambientato. C’è solo una cosa da aborrire a parer mio, pensare che qualche faro, luce o spot e un po’ di trucco siano sufficienti affinché un ritratto diventi un’opera d’arte. L’estetica è spesso esanime e non mostra le emozioni o addirittura le copre, e così, come direbbero i latini, non tira fuori niente. Non è sufficiente da sola, così come non lo è la bellezza dei soggetti. Lo è invece la fotogenia, che nulla ha a che fare con i canoni di bellezza che ci siamo dati ma è una dote innata che può riguardare tutte le tipologie umane indistintamente.

Quindi in questa bolla d’attesa vacanziera vi auguro di realizzare buoni ritratti ma soprattutto buone vacanze a tutti, ci si rivede presto.

In foto Truman Capote di ©Irving Penn

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