Editoriale a cura di Enzo Pertusio – Franco Fontana

Editoriale a cura di Enzo Pertusio
luglio 2024

Franco Fontana

Cedo e alla fine scriverò anche di Fontana.

Non l’ho mai fatto negli editoriali precedenti e nemmeno per conto mio.

Non c’è un particolare motivo, forse solo casualità. Non l’ho fatto prima di incontrarlo e credo di non averlo fatto pretestuosamente proprio dopo averlo incontrato.

Diciamo che quell’occasione non è stata un’esperienza pastorale ma mettere sub iudice la persona inficiando il valore dell’artista è profondamente sbagliato. A volte capita, purtroppo, di mischiare le due cose ma è sostanzialmente un nonsense.

Quindi mi limiterò a parlare del fotografo Franco Fontana che insieme a Ghirri, coevo e compatriota, ha aperto una possibilità a quei fotografi come noi, quelli della domenica, valorizzando la fotografia di prossimità, quella apparentemente banale. Il suo proseguio in realtà ha sostanziato ben altro dimostrando quali fosseo le sue capacità interpretative e compositive.

L’estetica di Franco Fontana è totalizzante nel suo lavoro e la sua visione della fotografia si potrebbe tradurre come un tentativo, riuscito, di prendere l’esistente per significarlo e interpretarlo n modi diversi, connuove connotazioni.

DALLA BIO DI FONTANA SU WIKIPEDIA

Nel 1963 espone alla Terza Biennale Internazionale del Colore a Vienna; l’anno dopo Popular Photography gli pubblica, per la prima volta, un portfolio con testo di Piero Racanicchi. Tiene le prime esposizioni personali nel 1965 a Torino (Società fotografica Subalpina) e nel 1968 a Modena (Galleria della Sala di Cultura). L’esposizione nella città natale segna una svolta nella sua ricerca.

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