Giacomo Aldé
Lecchese di nascita, sono cresciuto guardando il mondo alla rovescia nel pozzetto della Rollei biottica di mio padre dal quale ho imparato la “pulizia” delle immagini.
Per la mia Prima Comunione, il regalo più gradito era stata una Kodak instamatic.
Da “grande” usavo la sua Pentax Me con la classica terna 28/50/135.
Poi, con i miei primi stipendi, sono arrivate anche le prime ottiche professionali.
Per anni ho usato corpi Contax e lenti Zeiss.
Appassionato di foto B/W, da single spesso dormivo sul divano per lasciare “oscura” la camera.
A metà degli anni 90, per mettere a fuoco più rapidamente i soggetti, sono passato alla velocità degli obiettivi USM Canon.
Nel 1993 ho conosciuto la “Subalpina” e, dopo aver frequentato con profitto il corso, ho fatto parte del consiglio direttivo fino all’anno del centenario compreso.
Appassionato di bricolage, mi ero costruito una scrivania luminosa su cui potevo visionare più di 400 diapositive contemporaneamente.
Amo ritrarre la gente, documentare le scene di vita vera, il “dietro le quinte” e mi piacciono gli zoom perché permettono di “pulire” molto le immagini già in fase di scatto.