Editoriale Gennaio 2018: Il cliché che uccide

Editoriale di Gennaio

IL CLICHÉ CHE UCCIDE.
Un giorno chiesi a tre fotografi molto attivi e altrettanto ambizioni, quale miracolo volessero avvenisse nella loro vita fotografica.
Tutti e tre, in modi diversi, espressero il desiderio di trovare una storia da raccontare che portasse qualcosa di nuovo, qualcosa di mai visto. L’originalità, in fondo, è l’ambizione di tutti.
Purtroppo la realtà per i più è differente, siamo costretti ad accontentarci di modificare qualcosa che già c’è.
É probabile che la fotografia avesse già detto tutto agli inizi del ‘900, il resto è una modificazione lunga e costante. Insomma nulla si crea più ma tutto si trasforma. In fondo oggi la vera novità sta nel saper stupire, magari attraverso la forma, magari spostando il termometro della febbre etica sempre più in alto, cercando di colpire l’immaginazione con dirompenza o cercando di rappresentare in maniera esaustiva ciò che davvero cambia: l’uomo e le società che crea e in cui vive.
Allora il punto è proprio questo, stupire se stessi e gli altri innovando, cercando quindi di non cadere nel cliché, che è la malattia di tutti i fotografi.
Il cliché uccide quel ciclo di rinascite proprio delle molteplici vite del fotografo.
Oppure no. Oppure il cliché è il caldo plaid confortabile che scalda i nostri freddi inverni creativi?

Enzo Pertusio

2 thoughts on “Editoriale Gennaio 2018: Il cliché che uccide

  • 2 Gennaio 2018 in 22:55
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    Concordo,Enzo, oggi i più bravi interpretano la fotografia caratterizzandola con la propria impronta e proiettandola nel futuro, gli altri si limitano a scopiazzare il passato e il presente.

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  • 5 Gennaio 2018 in 19:24
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    Penso che in fotografia , così come in moltissimi altri campi, l’importante è essere se stessi e non per forza essere originali.
    Essere se stessi, in fin dei conti, vuol dire essere originali …
    Mostrarsi per quello che non si è, prima o poi si viene scoperti.

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