Editoriale Dicembre 2025

Editoriale a cura di Enzo Pertusio – Faccio da me

Gennaio 2025

Quando nel 2013 l’Oxford Dictionary introdusse nel novero dei nuovi vocaboli il termine Selfie, consacrandola a parola dell’anno, i soliti fotografi paleoconservartori iniziarono il countdown per decretare la data di scadenza di tanta popolarità per un’operazione così poco intellettuale.

Non andò così.

Il Selfie non è sparito dai radar, tutt’altro. E’ persino diventato un genere fotografico, magari non nobile come il ritratto – anzi certamente no – ma con una traccia di cuginanza nel DNA. Qualche sempliciotto ancora li confonde, pensando che, in fondo, il risultato sia identico.

Si tratta, infatti, del ritratto di un essere umano, ma quello è l’unico risultato apparente che li accomuna.

Il ritratto coinvolge almeno due persone che, verosimilmente, si confrontano sul senso della fotografia da realizzare, mediando le aspettative personali che quasi mai coincidono.

Il fotografo cerca di imprimere la propria visione del soggetto mentre quest’ultimo ha spesso una idea di sé – quasi sempre puramente estetica – che non si riconosce pienamente nell’immagine risultante.

Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo detto di non ritrovarci in quella fotografia: non sono io quello!

Ci vediamo, a ragione o a torto, più alti, più magri o più belli di come ci hanno rappresentato.

Il selfie ha eliminato questo dualismo: non c’è più nessuno da accusare.

Ci siamo solo più noi in quella fotografia ma non come ci vedono gli altri: piuttosto come vorremmo essere.

E così ci ritroviamo in tentativi goffi, plastici, innaturali, spesso immersi in contesti inverosimili. C’è chi si fotografa appoggiato al cofano di una Ferrari parcheggiata nelle vicinanza anche se non sarà mai sua, o su una terrazza in una prestigiosa località balneare pur vivendo una vita ben più modesta lontano da quelle latitudini.

Un tempo si fermavano le celebrità per strada per chiedere un autografo. Oggi ci si fa un selfie accanto a loro nel tentativo di accorciare, anche se solo per un attimo, il divario tra un momento di gloria apparente ed una triste ipocrisia.

Il profetico Warhol prediceva che tutti avrebbero avuto i loro quindici minuti di celebrità, sbagliando la stima per eccesso. Oggi bastano pochi secondi per lasciare un segno, ma il più delle volte, si tratta di una traccia di insignificanza.

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